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SOUL

Soul, che letteralmente significa anima in inglese, è un termine essenzialmente usato per riferirsi alla musica r&b sviluppata dagli anni sessanta. Come tale, la musica Soul è un sottogenere del R&B. Otis Redding, Aretha Franklin, James Brown, e Ray Charles sono alcuni dei nomi maggiormente rappresentativi della soul music. La “musica dell'anima” nacque dalla fusione delle sonorità del blues e del gospel con i modi della canzone pop.

 

Storia

 

La musica soul fu il risultato dell'urbanizzazione e commercializzazione del rhythm and blues negli anni sessanta. Il termine emerse per definire una serie di generi basati sullo stile r&b[1]. Dai gruppi orecchiabili e melodici sotto la Motown Records, alle band guidate dai fiati della Stax/Volt Records, esistevano molte varianti all'interno della musica soul. Durante la prima parte degli anni '60, il soul rimase strettamente legato alle radici del R&B. Tuttavia, in seguito i musicisti spinsero la musica in direzioni differenti; spesso, diverse regioni dell'America davano alla luce diversi tipi di soul. Nei centri urbani come New York, Philadelphia, e Chicago, la musica era concentrata sugli interventi vocali e produzioni molto morbide e melodiche. A Detroit, la Motown si concentrò nel creare un sound orientato particolarmente sul pop influenzato in parti uguali dal gospel, R&B, e rock & roll. Nel sud invece, il genere assunse tratti più duri, con ritmi sincopati, voci grezze, e fiati squillanti. Tutti questi stili di soul dominavano le classifiche di musica nera negli anni 60 e spesso venivano proposte anche nelle classifiche pop[1]. Verso la fine degli anni 60, il soul iniziò a frammentarsi, quando artisti come James Brown e Sly Stone scoprirono il funk, come altri artisti si orientarono su nuove varianti. Nonostante questa evoluzione del soul, questo non tramontò mai: non solo risultò l'influenza di base per i gruppi R&B degli anni 70, 80, e 90, ma fu sempre ispirazione per i musicisti di tutto il mondo che riproposero il soul tradizionale